Scrivo questo articolo dopo aver letto, per l’ennesima volta, alcuni post nei gruppi Facebook dedicati agli italiani in Grecia.
Il tema è sempre lo stesso: la disperazione per aver trovato altri italiani su un’isola greca.
Sì, avete capito bene: c’è chi parte per la Grecia, si iscrive a un gruppo qualsiasi di italiani in Grecia, chiede consigli… e poi si lamenta che ci sono troppi italiani.
Ecco, questo pezzo nasce da lì: dall’assurdità (e un po’ dalla tenerezza) di leggere certe lamentele tragicomiche.
Lo dico anche con un pizzico di coinvolgimento personale: gestisco una piccola struttura su un’isola greca, una di quelle “autentiche”, senza resort e senza movida ed ogni estate leggo post del tipo:
“Bellissima isola, ma troppi italiani.”
“Speravo di non trovarne nessuno.”
“Vorrei sapere se esiste un posto senza italiani.”
Così mi è venuta voglia di rispondere.
Italiani all’estero: perché tanti italiani non sopportano… gli altri italiani?
Il caso della Grecia e il paradosso dei gruppi Facebook in vacanza
Ogni estate si parte alla ricerca di mare, tranquillità e autenticità. La Grecia resta una delle mete preferite dagli italiani: isole da sogno, cibo semplice e delizioso, prezzi ancora abbordabili.
Eppure, c’è qualcosa che rovina la pace di molti turisti nostrani: gli altri italiani.
Basta entrare in uno dei tanti gruppi Facebook dedicati agli “Italiani in Grecia” per rendersene conto. Post dopo post, ci si imbatte in una sequenza tragicomica di lamentele:
“Ero su una spiaggia fantastica, finché sono arrivati… gli italiani!”
“Volevo una vacanza tranquilla e mi sono trovato circondato da connazionali”
“Abbiamo prenotato tardi e purtroppo c’erano solo hotel con famiglie italiane o addirittura hotel a gestione italiana”
CHE TRAGEDIA!
Ma perché l’italiano in vacanza sembra non sopportare la vista dei suoi compatrioti?
il paradosso del turismo italico
Molti partono cercando un’esperienza “vera”, autentica, magari anche un po’ spartana. Vogliono sentirsi viaggiatori, non turisti. Preferiscono l’isola “ancora greca”, ordinano in greco con accento dalle varie influenze italiane regionali e si infastidiscono se qualcuno a cena chiede un caffè espresso.
Il problema? Che moltissimi altri italiani fanno esattamente lo stesso.
E così, la fuga diventa folla.
Snobismo in salsa tzatziki
Quello che emerge è una strana forma di snobismo autocoloniale: alcuni italiani all’estero cercano disperatamente di differenziarsi dagli altri italiani. Non vogliono sembrare turisti, ma “quelli che vivono davvero il posto”.
Peccato che nel frattempo si iscrivano a tutti i gruppi “Italiani quà”, “Italiani là”, “Italiani in Grecia”, e lì si lamentino degli italiani.
È una guerra silenziosa, combattuta a colpi di commenti passivo-aggressivi sotto i post altrui.
Non voglio italiani… ma chiedo tutto agli italiani
Il paradosso diventa surreale quando chi disprezza la presenza dei connazionali, poi riempie i gruppi Facebook con richieste tipo:
“Consigli per una taverna non turistica (possibilmente senza italiani)?”
“Sapete se sull’isola c’è un medico italiano?”
"In farmacia parlano italiano?"
“Dove alloggiare per evitare famiglie italiane?”
Insomma, non voglio italiani… tranne quando mi servono.
Meglio ancora se italiani integrati, disponibili, discreti e capaci di rispondere in perfetto italiano… senza fare rumore.
L’odio che ci unisce
Il fastidio verso gli altri italiani non è solo un capriccio da vacanza, è uno specchio.
Ci dà fastidio l’italiano poco “internazionale” , non perché lo odiamo davvero, ma perché rappresenta una parte di noi che vogliamo negare.
Siamo noi, ma un po’ più senza filtri.
Siamo noi, ma con la camicia troppo aperta.
Siamo noi, ma con l’accento sbagliato e la crema solare a chiazze.
E questo non lo sopportiamo.
Conclusione
Alla fine, il sogno dell’italiano medio in vacanza è chiaro: essere l’unico italiano intelligente, educato, silenzioso e raffinato su un’isola greca deserta… piena di comodità italiane, ma senza italiani. L'unico conoscitore e vero esperto del territorio.
Un posto dove tutti parlano italiano tranne gli italiani.
Dove si mangia come in Italia, ma non ai prezzi dell'Italia.
Dove ci si capisce tra connazionali, ma solo con lo sguardo, tipo ninja emozionali.
Insomma, l’italiano all’estero vorrebbe l’Italia… senza gli italiani.
Ma visto che questo posto non esiste (e se esistesse, ci lamenteremmo comunque), forse è il caso di fare pace con la nostra tribù.
O almeno, per questa estate, di concederci una tregua nazionale… davanti ad un buon piatto tipico ed un bicchiere di retsina.
Il sogno è chiaro: arrivare su un’isola greca remota, dove il wifi prende bene, il vino costa poco, la gente sorride… e gli unici italiani ammessi siamo noi, ma travestiti da svizzeri muti.
Vogliamo il mare limpido, il silenzio monastico, e se proprio deve esserci un altro italiano, che sia almeno laureato, discreto, vestito bene e disposto a non respirare troppo forte.
E se lo vediamo in spiaggia? Fingiamo di non capirlo.
“Ah, sei italiano anche tu? Che coincidenza assurda! Io parlo solo greco antico, scusa.”
La verità? Gli italiani sono ovunque. Anche su quell’isola “ancora autentica” che ti ha consigliato tuo cugino… su un gruppo Facebook di italiani.
Quindi rassegniamoci: l’unica cosa davvero introvabile in Grecia ad agosto è un italiano che non si vergogna di essere italiano.
E mentre in alcuni nei gruppi si continua a invocare isole deserte e vacanze senza italiani, io vi scrivo da una di quelle isole: remota, autentica, senza discoteche, con le capre che fanno da navigatore.
Ho una piccola struttura, il mare è cristallino, il vino è fresco, e i tramonti sono così belli che neanche servono i filtri Instagram.
E sapete cosa vi dico? Vi aspetto tutti. Anche voi che non volete trovare italiani.
Anzi, venite pure:
- voi che cercate il silenzio e poi cercate l'aperitivo,
- voi che volete l’esperienza vera ma poi chiedete il bidet,
- voi che non sopportate gli italiani, ma se dobbiamo proprio parlarci, parliamo di calcio
Vi aspetto. Italiani, italici, italioni e pure un po’ italioti.
Perché in fondo, tra un ouzo e una risata, siamo tutti un po’ uguali sotto l’ombrellone (purché lo richiudiate quando c’è vento, grazie).
Ma gli isolani ci amano (più di quanto facciamo noi stessi)
La cosa più buffa è che gli isolani greci, gli italiani li adorano.
Li trovano simpatici, calorosi, generosi. Amano quando provano a parlare greco, anche se ne esce un misto tra salentino e cretese. Li ringraziano perché tornano ogni estate, mangiano nei ristoranti locali, e, a differenza di altri turisti, si fermano a fare due chiacchiere.
Insomma, gli unici che non sopportano gli italiani in Grecia… sembrano essere proprio altri italiani.
Gli abitanti dell’isola, invece, aprono le braccia (e spesso anche una bottiglia di ouzo).
E comunque, non facciamo di tutta l’erba un fascio (greco o italiano che sia)
Alla fine dei conti, vale sempre la pena ricordarlo: l’essere umano cafone non ha passaporto.
Può parlare italiano, francese, inglese, greco o un misto di dialetti urlati sotto il sole: la maleducazione è internazionale, e il rispetto lo è ancora di più.
Ci sono italiani rumorosi, certo. Ma li ho visti anche raccogliere spazzatura ed esser rispettosi del territorio più dei greci stessi, pensate potrebbero anche esserci tedeschi con la playlist techno alle 9 del mattino, fortunatamente non sono ancora arrivati gli inglesi ubriachi ad ogni ora e francesi che si lamentano persino del sole.
Quindi rilassiamoci: siamo tutti turisti, tutti umani, tutti un po’ fastidiosi a rotazione.
E se proprio dobbiamo giudicare, facciamolo uno alla volta , ma con gentilezza.
Che tanto, alla fine, l’unico rumore peggiore di un italiano che parla… è un italiano che si lamenta di un altro italiano.
E lo dico da viaggiatrice: sentire un italiano all’estero, a me fa bene
Sì, ho viaggiato tanto. Ho vissuto fuori, ho girato isole, capitali, villaggi sperduti.
E sapete una cosa? Quando all’estero sento parlare italiano, dentro di me si accende qualcosa di familiare.
Magari non sempre mi avvicino, magari a volte sorrido da lontano, ma quella lingua che conosco da sempre, anche urlata male o con tre “cioè” di troppo, ha qualcosa che mi fa sentire a casa.
Non siamo perfetti, anzi. Ma in fondo, chi lo è?
L’italiano e il mito della vecchina greca senza denti
C’è poi una categoria affascinante: quelli che cercano “la Grecia autentica”. Ma mica una cosa vaga… no no. Loro vogliono proprio la vecchina con il foulard in testa, che vive in una casa impolverata, profumata di umido e origano secco, senza denti, che non parla una parola di inglese e ti indica la strada con una zucchina in mano.
La sognano lì, seduta davanti alla porta, che ti saluta con un “kaliméra” soffiato tra le gengive, e ti offre del formaggio fatto in casa (senza frigorifero dal 1987) con una capra come animale domestico.
Ma attenzione! Vogliono tutto questo senza altri italiani nei paraggi. La vecchina sì, ma la connazionale di Pescara che ha affittato la stanza accanto… quella no, rovina l’esperienza.
E magari, la sera, pretendono anche un ristorante tipico che non sia su Google, ma che abbia il menù tradotto in italiano “per comodità”.
Insomma, il folklore va bene… purché servito con il POS.
COCLUSIONE VERA
Le vecchine le amo anche io, di tutte le nazionalità.
Io, che vivo qui, vi aspetto: con il sorriso, il caffè rigorosamente nella moka che ho rigorosamente messo in ogni camera ed un orecchio allenato a distinguere dialetti regionali a chilometri di distanza.
Ho finito la polemica, vado a fare un bagno.
Sono La Fra cittadina del mondo senza età, nata a Milano, cresciuta ovunque, al momento ad Elafonissos, un'isola greca dove soprattutto ad Agosto si trovano italiani, rassegnatevi. Fatevi una risata. Il mondo è meraviglioso anche con gli italiani.
Ricordatevi i gatti per strada sono greci, sono liberi e mangiano più pesci di voi non chiedetevi se sono di qualcuno, sono di tutti.
Anche se sono nata in italia: "lasciatemi cantare con la chitarra in mano, lasciatemi cantare perchè ne sono fiero, sono un italiano, un italiano vero" e volete conoscermi lo stesso CONTATTACI