Il relitto di Capo Malea

La nave mercantile turca, Ismail Hakki, è affondata nei pressi di uno dei promontori più pericolosi della Grecia:

Capo Malia o Capo Malea. Il luogo dove si è "inclinata" per sempre è ricoperto di sabbia bianchissima, conferendo un colore turchese intenso che dona un risultato magico all'ambiente già speciale.

Si trova esattamente nella baia di Agia Marina, vicino a Capo Malea, in Laconia, a nord-est di Capo Zovolo, 

La nave, per cause ad oggi sconosciute, affondò il 30 gennaio 1978 a quasi 100 metri dalla riva, ad una profondità di 12 metri. 

 

La storia racconta che grazie ad un pastore che si trovava proprio in quel momento ad Agia Marina, non ci furono vittime del naufragio, infatti accese i fuochi sull'unica spiaggia sabbiosa della zona, per dirigere lì i naufragi, salvandoli così dal loro impatto sugli scogli. 

 

La nave si trova ad una distanza di 100 metri dalla riva e in linea retta con il corso d'acqua naturale che si è creato sugli scogli dal mare, con il fianco sinistro sul fondo sabbioso, la poppa guarda la terra e la prua il mare aperto.

La profondità massima raggiunge i 12 metri e la minima 4 metri, rendendo il relitto accessibile ai subacquei di ogni livello, oltre che agli apneisti.

 

 

Come arrivare

Il percorso per raggiungere la spiaggia di Agia Marina, dove ci immergeremo, parte da Neapoli in direzione Agios Nikolaos. Poi seguiamo Profitis Ilias, poco prima della fine dell'asfalto, entriamo a sinistra su una strada sterrata abbastanza percorribile per le auto convenzionali, verso la Foresta Pietrificata. Superato "il bosco" e poco prima di raggiungere la chiesa di Agia Marina, seguiamo la strada sterrata a destra che porta ad un vicolo dove termina il nostro percorso.

 

- È necessaria una cura particolare durante la nostra preparazione a terra a causa della costa estremamente rocciosa.

Fortunatamente alla fine del promontorio ci sono delle piccole scale che facilitano il nostro ingresso e uscita in acqua.

 

Godetevi lo spettacolo.

 

 

L’Unione Europea annovera i relitti di vecchi navi come una delle principali fonti di inquinamento degli ecosistemi marini.  Tuttavia, vari studi li hanno identificati come potenziali hotspot di biodiversità, rappresentando così ottime opportunità per la conservazione di varie specie, incluse alcune a rischio di estinzione.