Un giorno a Monemvasia

Uno dei luoghi più affascinanti della Grecia, La Gibilterra ellenica, sorge su un piccolo isolotto roccioso collegato alla terraferma da un ponticello (Monemvasia=unico ingresso) abitato fin dal VI secolo. Malvasia (nome datole dai veneziani in omaggio al vino che vi si produceva) è costituita da due parti: un borgo su un piccolo terrazzo ai piedi della roccia (città bassa) e il Castello (città alta) sullo spazio piano nella parte superiore. Monemvasia è uno degli angoli più idilliaci e sorprendenti del Peloponneso: questo piccolo borgo medioevale è stato costruito ai piedi di un immenso promontorio roccioso, collegato alla terraferma da una stretta strada artificiale. Dominato dal castello (kastro), presenta edifici costruiti interamente in pietra, stretti vicoli acciottolati animati da gatti e da splendide mura che raccontano la storia, divisi tra loro da porte e da oleandri che spuntano tra le case. 

Armatevi di pazienza e di ottime scarpe da ginnastica per iniziare il vostro tour.

 

La porta di accesso a Monemvasia è una sola, e la si può varcare solo a piedi. Qui, le auto, sono bandite.

Superato il portone d’ingresso della rocca, una piccola scalinata conduce a una terrazza, dove, sferzato dal vento si eleva il busto del poeta Yannis Ritsos a scrutare l’orizzonte, tra il cielo, le acque, e l’infinito dei suoi versi.

Rivoluzionario, lo fu per tutta la vita. (Dategli un bacino da parte mia!)

Con intensa passione ha descritto il suo essere greco, i suoi ideali di libertà e di giustizia; con forza e ardore ha scritto poesie raffinate sull’amore e l’eros. Oggi il poeta riposa a Monemvasìa li dov'è nato, scarmigliato dal vento perenne e dagli sbuffi salmastri. 

Le strane tracce di un umile bivacco, poche briciole di pane, due mozziconi di sigaretta, una deformata lattina, attestano che qualcuno (amico, adepto, discepolo) là si sofferma o, forse, soggiorna. Il tempo ritorna. La fune dell’acrobata non si è mai spezzata.

 

Mio blu dicevi - mio blu. Lo sono. E anche più del cielo. Ovnque tu sia, io ti circondo. Yannis Ritsos

 

 

Tornando all'ingresso,

Dominato dal castello, il borgo è curato in ogni suo angolo: gli edifici fatti di pietra, le viuzze coi loro ciottoli, i negozi di gioielli, le gallerie d’arte, i ristoranti coi loro spazi all’aperto, le guesthouse, una piazzetta sul mare che è piena di magia. E poi le chiese che, qui, sono numerose: dalla Cattedrale del Cristo in Catene a quelle più piccoline. E i fiori, dalle bouganville che si impossessano dei muri agli oleandri che spuntano dai giardini.

Salendo verso il castello, è possibile godere di un panorama straordinario sul Peloponneso e sul blu del mare. E ci si più arrampicare ancora più su: dalla fortezza, un piccolo sentiero raggiunge l’affascinante Chiesa di Agia Sofia, posta sulla cima di una scogliera. La città alta, l’unico modo per vederla è perdersi nei suoi vicoli in un sali e scendi continuo, mano mano che appaiono stradine e anfratti che si svelano dietro ogni angolo. La salita al Kastro merita tutta la fatica, per la vista impagabile di Monemvasia dall’alto e del mare dall’altro lato delle scogliere, con qualche brivido dovuto al precipizio. Raggiungibile tramite un sentiero di pietre levigate dal sole, è cosparsa di rovine di ogni genere: caserme, cisterne, magazzini, palazzi e chiese. Ancora si distingue il palazzo che fu del governatore veneziano Raniero il cui stemma è visibile sul portale: il Leone di san Marco e la grande feritoia sovrastante che permetteva il posizionamento di un cannone.

Il panorama è molto vasto. L'impero bizantino, l'impero ottomano, i veneziani...

La città bassa è caratterizzata da vicoli stretti su cui si affacciano antiche case molto ben restaurate fino al faro che sorveglia il borgo.

Passeggiando tra i vicoli si ha la sensazione di essere in un mondo parallelo, tra i solchi di spari sulle porte, ci si sente osservati dal mare, dal nemico, si sente un senso di appartenenza e di protezione che si abbandona solo uscendo.

Godetevi il momento a Monemvasia, trascorrerete una fantastica giornata chiusi in una scenografia antica.

E poi? ovviamente un calice di vino bianco di malvasia, fermo, possibilmente fresco.

Enjoy the life.

Per saperne di più clicca Monemvasia

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