Tiziano Terzani: quando parto cambio occhi.
Il viaggio sembra essere diventato tutta la sua vita. È il più famoso giornalista italiano. Uno dei miei maestri.
Nato a Firenze nel 1938 ci ha raccontato il mondo attraverso i suoi occhi.
Cosa significa per lei viaggiare?
Significa calarsi il più possibile nella realtà che si incontra. Lasciarsi guidare dalla curiosità. E seguire un filo. Quando viaggio mi lascio guidare dal caso, dagli incontri fortuiti e dall’imprevisto. Come mi è successo a novembre in Afghanistan, quando ho incontrato in un bazar di Peshawar un capo dei talebani. Sempre in Afghanistan mi sono fatto guidare da due studenti delle scuole coraniche. Mi hanno aiutato a vedere il mondo con i loro occhi, altrimenti avrei viaggiato utilizzando solo i miei occhi e i miei pregiudizi, andando solo dove le mie scelte mi portavano.
Che differenza c’è tra il turista e il viaggiatore?
Il turismo consuma tutto. L’industria turistica è orribile, ma perché ha creato una mentalità da prostituzione. Si vende tutto di un luogo e delle persone che lo abitano pur di fare soldi. Come è accaduto della mia città, Firenze, trasformata in un’enorme bottega. Il turista scende da un aereo con l’aria condizionata e viene prelevato da un autobus con l’ria condizionata. Negli alberghi trova la cucina internazionale che è uguale dappertutto e si lava con un sapone che è lo stesso a Roma e a Timbuctù. Da noi viene caricato su una barchetta al largo di Benares, fa quattro foto e torna dicendo di aver visto l’India.
E il viaggiatore?
Per tornare viaggiatori bisognerebbe ritornare a essere come gli unici veri viaggiatori: i pellegrini. Solo così è possibile salvare il turismo e le sue destinazioni. In Cina, secoli e secoli fa il primo turista è stato uno che ha lasciato la sua casa per cercare in India le scritture sacre, i testi vedici, che poi ha tradotto dal sanscrito al cinese e sono ancora oggi conservati in due pagode nel sud del Paese. Il pellegrino è uno che ha rispetto, che venera il posto in cui va.
Un paio di consigli per tornare a essere viaggiatori...
Bisogna darsi tempo. Chi pensa di fare tutto in tre giorni, visitando ogni ora qualcosa, ha finito di vivere il viaggio, non può mai lasciarsi andare. Si dovrebbe poi viaggiare alla ricerca di qualcosa. Ci può essere chi è mosso dal desiderio di conoscere un posto dove si coltiva la barbabietola in modo diverso. È già qualcosa! È una ragione per viaggiare. Bisogna prepararsi alla scoperta, leggere qualcosa di bello, ritrovare la poesia del viaggio.

Intervista a Tiziano Terzani di Emanuela Citterio, 29 marzo 2002 | Vita Magazine